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COME SARA’ IL TUO BAMBINO?

copertina Come sarà il tuo bambinoCOME SARA’ IL TUO BAMBINO?

Dal concepimento inizia a formarsi il carattere

In questo libro divulgativo potrai trovare  indicazioni su

gravidanza, parto, allattamento, svezzamento, capricci,…problemi scolastici.

Spunti offerti alla tua sensibilità di genitore per una riflessione fondata su elementi scientificamente fondati.

Il libro è opera di un gruppo di ricerca formato da dieci professioniste, medici e psicologi della SIAR, società italiana di analisi reichiana.

Spesso genitori e insegnanti dichiarano di essere in grande difficoltà nella gestione della quotidianità delle relazioni; i bambini sembrano essere ingestibili: capricciosi, volubili e aggressivi; gli adulti che sono con loro, esasperati e impotenti.
I comportamenti sono il risultato di una serie di modi di relazione che si sono sviluppati nel tempo e che costruiscono il carattere, perché ogni persona è una storia di interrelazioni tra caratteristiche genetiche, successioni di eventi e modi di relazione tra il piccolo Sé in formazione e gli Altri da Sé che incontra nel suo percorso evolutivo.
Questo libro privilegia la prevenzione per non arrivare al malessere e alla patologia.
Lo stile di scrittura delle dieci autrici unisce il rigore scientifico ad una esposizione chiara; non si rivolge solo a psicoterapeuti, medici, psicologi, ma anche agli insegnanti e soprattutto ai futuri genitori.

Separazione, divorzio: la pratica collaborativa.

diritto collaborativo

PENSANDO ALLA SEPARAZIONE O AL DIVORZIO
su una cosa possiamo essere tutti d’accordo…

CI DEVE ESSERE UN MODO MIGLIORE…LA PRATICA COLLABORATIVA
Un nuovo modo di separarsi in modo etico, rispettoso e civile.

Ho frequentato nel maggio 2014 un corso di 20 ore di formazione alla Pratica Collaborativa e ho incontrato un gruppo di avvocati che a Torino lavora seguendo questi prioncipi.

 

  • Nei conflitti familiari, la Pratica Collaborativa è un processo di negoziazione che riunisce i due coniugi o partner e i loro rispettivi avvocati, oltre ai professionisti necessari secondo le esigenze del caso concreto, (psicologo esperto della famiglia e della comunicazione, esperto sull’infanzia, commercialista) che li consigliano e assistono, in uno spirito di collaborazione, per trovare una soluzione concordata.

 

  • La Pratica Collaborativa, da anni applicata negli USA, in Canada e in numerosi Paesi Europei, è considerata sia dai clienti che dai professionisti coinvolti, come un metodo efficace di risoluzione dei conflitti, con un alto tasso di riuscita e di soddisfazione, che si protrae nel tempo, ed evita ulteriori giudizi contenziosi dopo la separazione o il divorzio.

Riporto qui alcuni stralci da un articolo scritto da Maria Cristina Bruno Voena,
Avvocata familiarista del Foro di Torino, membro dell’Associazione Italiana degli Avvocati di Diritto Collaborativo (AIADC) e dell’International Academy of Collaborative Professionals (IACP)

“E’ proprio sulla tutela dei figli che si è maggiormente concentrata l’attenzione degli avvocati che hanno scelto di lavorare secondo questo nuovo metodo:
se la qualità dei rapporti della coppia genitoriale è migliore grazie al fatto che si è ottenuto un accordo agendo con onestà, trasparenza e buona fede e non è stata inficiata da dannosi conflitti, i bambini possono beneficiare di questa situazione, accettando senza particolari traumi la separazione dei genitori e vivendola quotidianamente con minori sofferenze.

Gli avvocati, ben consapevoli del costo psicologico del conflitto, si adoperano per far sì che ricevano tutela non le posizioni, ma, bensì, gli interessi dei loro assistiti.
Così, le istanze delle parti vengono vagliate con attenzione particolare al motivo che ne sta alla base: ad esempio, la richiesta di assegnazione della casa familiare, ovvero l’opposizione a tale richiesta, o, ancora, determinate pretese economiche, o, infine, l’ostinazione nel chiedere determinate condizioni relative ai figli possono celare timori, o esigenze che, se portati a conoscenza di tutti, compresi e discussi, consentono la ricerca di soluzioni diverse. Può trattarsi, forse, di soluzioni non del tutto rispondenti alle regole di diritto tradizionalmente intese ed accettate, ma sicuramente garantite sotto il profilo della legalità e legittimità grazie alla costante e continua presenza degli avvocati.
Tutto ciò può rendere più facile, per quella singola, specifica famiglia, la costruzione di un progetto di vita futura che preveda la scissione del rapporto di coppia, mantenendo, però, ben salda la relazione genitoriale: sono, infatti, i genitori/coniugi che partecipano attivamente al raggiungimento dell’accordo.
L’immediata reazione alla novità appena illustrata può essere, forse, la diffidenza: come è possibile, ci si può chiedere, che due persone che si odiano – fatto che si verifica spesso quando ci si separa – possano comportarsi civilmente e scegliere insieme gli elementi dell’accordo?
E’ possibile.
L’esperienza maturata sul campo insegna che la pratica collaborativa è un importante segnale di civiltà.
I professionisti lavorano “insieme”, senza riserve mentali di sorta, per aiutare i loro assistiti a trovare un accordo che poggi su solide basi e che sia, quindi, duraturo.
Si tratta di un’esperienza davvero nuova, ma molto proficua.
Detto questo, è evidente che l’esercizio della pratica collaborativa comporta un cambiamento culturale ed un approccio decisamente innovativo: non a caso, sono soprattutto le coppie più giovani che chiedono di intraprenderla.
L’accordo collaborativo, in sostanza, si modella meglio sul corpo della famiglia che tale accordo ha
raggiunto di quanto non lo facciano altre forme di progetti di vita costruiti in modo diverso, perché le parti, gli avvocati e gli altri professionisti coinvolti (psicologo e commercialista) lavorano prestando attenzione ai bisogni, ai timori, alle esigenze, agli interessi di tutti.”

CONDIVISIBILE, VERO?
Silvana Bragante, psicologa psicoterapeuta, analista reichiana, membro dell’associazione La Cicogna

 

Giocandocresco, psicomotricità…e non solo… con bambini e genitori

DindalaGiocandocresco: psicomotricità per i bambini, gruppi di discussione per i genitori.

EVENTO in archivio

La psicomotricità è una delle tecniche usate. Il laboratorio è caratterizzato da un’accurata strutturazione degli spazi, dei materiali e delle attività. Genitori e bambini si muovono liberamente da un angolo organizzato all’altro; la conduttrice, coadiuvata da un’assistente, sostiene le varie attività. Tutto è organizzato in modo da creare un’atmosfera accogliente e tranquilla, dove i genitori possano fare l’esperienza gradevole di stare semplicemente con i bambini e condividere momenti di svago. Quando emergono difficoltà queste diventano occasione di osservazione e di apprendimento.

  • Si tratta di un gruppo di gioco rivolto a  10 – 15 coppie mamma o papà-bambino, età  8-36 mesi.

Giocandocresco, sperimentato più volte con successo alla Cascina Rocca Franca di Torino, è pensato per comprendere il carattere dei propri figli, osservandoli giocare, e per trovare le strategie educative  più adatte.

  • Giocandocresco è organizzato per moduli.
  • Ogni modulo comprende tre incontri di gioco mamma o/e papà/bambino a cadenza settimanale, seguiti da un quarto momento di condivisione e riflessione per i soli genitori. Il modulo è ripetibile. L’originalità dell’azione è il quarto incontro, in cui l’esperta conduce un confronto e una discussione con e tra i soli genitori. Previo accordo con i partecipanti, si realizzano riprese fotografiche negli incontri di gioco, da cui sono selezionate alcune sequenze significative  per la discussione.

Conduce  gli incontri di gioco e di discussione, utilizzando tecniche di psicomotricità, la dott.ssa Silvana Bragante, pedagogista e  psicoterapeuta, docente di psicologia dello sviluppo nella scuola di psicoterapia della Società Italiana Analisi Reichiana,  Roma.

  • A cosa serve?

Medicina e psicologia segnalano negli adulti la presenza di danni alla salute fisica e psichica conseguenti a cure prestate nei primi anni di vita in  modo inadeguato, per carenza o per eccesso.

Le vicende dei primi tre anni di vita formano il carattere permanente dell’individuo.

Un sostegno ai genitori nel loro compito educativo  significa fare prevenzione primaria per una buona salute.

  • Come funziona?

La conduttrice con l’aiuto dell’assistente accoglie le mamme con i bambini, dopo un’ iniziale esplorazione dello spazio, propone attività di psicomotricità, intervallate dalla situazione dove mamme e bambini si radunano intorno a un tavolo basso per condividere una piccola merenda osservando le dinamiche relazionali nel momento del cibo, in questo caso con la regola di mangiare seduti al tavolo e non nella zona giochi. Si chiude il laboratorio con un cerchio rituale dove ciascun genitore, seduto a terra, tiene in braccio il proprio bambino cantando un dindala (canzone con movimenti).

Gli spazi sono allestiti riducendo gli stimoli all’essenziale, in modo che siano pochi e di buona qualità, curando che i materiali con cui i bambini vengono in contatto siano vari e possibilmente con quel tocco speciale del fatto a mano. Si struttura lo spazio in angoli: spazio per le attività motorie dei piccoli con cuscini e materassi,  spazio per le attività motorie dei grandi, con scivoli e scalette per arrampicarsi, angoli per le attività di gioco simbolico, la casetta in cui si può entrare, piattini e pentolini… la culla con le bambole… la fattoria con gli animali…

Con l’accordo dei partecipanti si realizza un dvd con lo scopo di restituire le immagini organizzate secondo una struttura osservativa atta a mettere in rilievo i differenti comportamenti dei bambini a seconda dell’età.

  • Alcuni commenti:
  • La Tua presenza è stata rassicurante sia per i bimbi che per le mamme. Mamma di V.
  •  E’ stata per me un’esperienza formativa, non avevo mai visto C. in un ambiente di gioco chiuso (simile un po’ alla realtà del nido) e mi ha divertito vedere la mia cucciola relazionarsi ai suoi coetanei. Sin dall’inizio mi ha positivamente stupita perchè si è trovata subito a suo agio, sfruttando gli spazi di gioco con naturalezza. Mamma di C.
  • Mi è piaciuta la tavolata della merenda, aspettare pazientemente il proprio turno per mangiare, aspettare che tutti finiscono per potersi alzare è un’ottima scuola di educazione specialmente per una come lei che è abituata di avere tutto e subito.Mamma di K.

Consulenza sulle difficoltà e i disturbi di apprendimento

200438089-001Le difficoltà di apprendimento possono rappresentare un problema significativo nella carriera scolastica di un bambino e una fonte di preoccupazione per i suoi genitori. Spesso sono gli insegnanti i primi ad accorgersi che il bambino presenta qualche tipo di difficoltà e segnalano il problema alla famiglia.

La prima cosa da fare, quando vi è una situazione di difficoltà scolastica persistente e che sembra non migliorare con l’aiuto a casa o con delle ripetizioni, è rivolgersi ad uno specialista, che si occupa di età evolutiva e disturbi dell’apprendimento. Normalmente la diagnosi può essere fatta dalla III classe della scuola primaria. E’ importante identificare accuratamente le cause del problema per poter intervenire in maniera precoce ed adeguata.

Si identificano due categorie distinte di problemi scolastici:

Difficoltà di apprendimento, problematica che può essere dovuta a:

  • svantaggio socio-culturale,
  • assenze frequenti,
  • disturbi di attenzione e/o iperattività,
  •  disturbi emotivi (ad es: ansia, depressione, paure),
  •  disturbi comportamentali,
  •  scolarizzazione insufficiente,
  • oscillazioni “normali” del rendimento scolastico,
  •  scarsa motivazione,
  • didattica non adeguata alle caratteristiche del bambino,
  • deficit visivi e/o uditivi, insufficienza mentale.
Disturbo specifico dell’apprendimento  , che è una significativa difficoltà nell’acquisizione e uso di una o più abilità intellettive, in assenza degli altri fattori indicati per le difficoltà di apprendimento.  La causa di questi disturbi è ancora incerta, hanno una componente neurobiologica, probabilmente di origine genetica, ma si può affermare che fanno parte dell’individuo e lo accompagnano per tutto il suo percorso scolastico e di vita. Non ci si può aspettare una scomparsa del disturbo, ma attraverso opportuni interventi sono possibili consistenti miglioramenti, soprattutto quando la diagnosi è precoce.
Ci sono varie tipologie di disturbi specifici dell’apprendimento, i più diffusi sono:

  • dislessie, disturbi specifici della lettura,
  • disgrafie e disosortografie, disturbi specifici dell’espressione scritta,
  • discalculie, disturbi specifici del calcolo.
La Dott.ssa Elena Sanzovo realizza un programma di accompagnamento allo studio volto a migliorare le competenze, aumentare l’autostima, ottimizzare l’uso delle proprie risorse nell’apprendimento, imparando ad affrontare le richieste di prestazione scolastica senza ansie e timori.
Il programma comprende:
Valutazione diagnostica  accurata e completa con:
  • anamnesi,
  • valutazione del livello intellettivo,
  • valutazione dell’organizzazione emotivo-relazionale,
  • prove di lettura e di comprensione del testo,
  • prove di calcolo e di ragionamento matematico,
  • prove mnemoniche,
  • valutazione delle capacità di attenzione,
  • richiesta di visite specialistiche quando necessario.
Intervento riabilitativo e di sostegno , un percorso individualizzato in funzione del profilo ottenuto al termine della diagnosi:
  • colloqui di sostegno psicologico per il minore e i suoi genitori,
  • colloqui con gli insegnanti e progettazione di un percorso di collaborazione con la scuola,
  • sostegno metodologico per lo studio e i compiti a casa, con l’introduzione di tecniche mnemoniche e di organizzazione del materiale da imparare, oltre all’uso di tecniche metacognitive per migliorare la consapevolezza del proprio modo di apprendere.
  • per le diagnosi di DSA la predisposizione di strumenti compensativi (calcolatrice, computer, audiolibri, mappe concettuali, formulari, ecc.) e dispensativi (tempi di esecuzione più lunghi, griglie di valutazione, programmazione di interrogazioni, ecc.) in accordo con la scuola. Sono strumenti previsti dalle leggi, che possono aiutare il bambino nel suo percorso scolastico.

Psicodiagnosi dell’età evolutiva

disegno della famigliaSi effettua una psicodiagnosi a partire dai 4 anni per conoscere in modo più approfondito i propri figli, essere consapevoli delle risorse che possiedono e delle difficoltà che vivono, quando manifestano disturbi e sintomi vari che possono avere ripercussioni sul loro sviluppo affettivo e cognitivo.

Le principali problematiche dell’età evolutiva sono:

  • difficoltà scolastiche,
  • disturbi del sonno,
  • disturbi alimentari,
  • disturbi dell’attenzione e della concentrazione,
  • iperattività e disturbi della condotta,
  • depressione,
  • stati d’ansia,
  • enuresi,
  • disturbi della comunicazione,
  • disturbi dello sviluppo,
  • problemi di adattamento in particolari momenti di cambiamento come l’inserimento all’asilo, il cambiamento di casa, la nascita di un fratellino, la separazione dei genitori, o un evento traumatico.

Gli strumenti principali della valutazione psicodiagnostica in età evolutiva sono:

  • Osservazione del gioco,  in cui i bambini proiettano facilmente vissuti interiori, bisogni e preoccupazioni in modo libero e spontaneo.
  • Test di disegno, con cui il bambino esprime il suo mondo, fatto di memorie, fantasie e realtà, grazie ad una sintesi originale tra ciò che intende raccontare ed i mezzi espressivi di cui dispone. Si utilizzano il disegno della figura umana, il disegno della famiglia, il disegno dell’albero, il Bender Gestalt Test per l’analisi delle capacità visuo-spaziali.
  • Test proiettivi, come il C.A.T. (immagini di animali impegnati nelle comuni attività di vita, che il bambino conosce bene, come mangiare, dormire, giocare e sulle quali deve inventare una storia) e le Favole della Duss (completamento di storie) per i più piccoli, il T.A.T. (presentazione di scene tematiche ben riconoscibili, ma sufficientemente ambigue da permettere interpretazioni personali) e il Rorschach dai 10 anni.
  • Test intellettivi, come il WISH-R e altri per la valutazione di abilità specifiche.
  • Colloqui clinici.

La valutazione psicodiagnostica si svolge generalmente in 4 incontri:

  • Il primo incontro prevede un colloquio introduttivo tra lo psicologo ed il/i genitore/i in cui vengono raccolti i principali dati anamnestici del bambino e viene esposta la modalità di esecuzione della valutazione.
  • Nei successivi due incontri avviene l’osservazione del bambino e la somministrazione dei test.
  • L’ultimo incontro prevede, in seguito alla codifica dei test somministrati, la restituzione di un referto psicodiagnostico ai genitori.

Di cosa parliamo quando parliamo d’amore

EVENTO in archivio

DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO D’AMORE 1

Stereotipi di genere nell’educazione

  • conferenza laboratorio
  • Libreria La Torre di Abele, via Pietro Micca 22 TORINO

sabato 23 marzo ore 17

DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO D’AMORE 2

  • Una giornata immersi nella natura al

  • Rio dell’Oy, CHIUSA PESIO

Sabato 11 maggio 2013

ore 10.00-16.30

Maschile e femminile rinnovano il dialogo

Meditazione: attenzione ed ascolto

dare spazio al sentire e osservarne le molteplici sfaccettature,

liberarsi dalle reazioni automatiche indesiderate

Linguaggio corporeo

comprendere e comunicare con il linguaggio non verbale

Tecniche espressive

scrittura creativa ed espressione corporea per dare movimento e voce al sentire

Con te, senza di te

Le parole che non ti ho detto

Le parole che vorrei sentire

Associazione Rio dell’Oy
Via Rio dell’Oy 155
Fraz. Vigna
12013 Chiusa Pesio (CN)

 

Silvana Bragante psicoterapeuta, analista della Società Italiana di Analisi Reichiana, e socia della cicogna

Mario Fatibene maestro zen, presidente dell’associazione Cerchio degli uomini, insegnante di scrittura creativa

 

per informazioni  e iscrizioni

Silvana Bragante

tel. 340.4750482

silvana.bragante@gmail.com

 

 

 

 

Essere coppia, genitori: gioie e dolori

EVENTO in archivio

Essere in coppia, genitori: gioie e dolori

Silvana Bragante presenta 8 conferenze su essere coppia e genitori
pedagogista e psicoterapeuta
analista e docente della S.I.A.R. società italiana di analisi reichiana
consulente allo sportello Incontrafamiglie associazione La Cicogna

8 incontri
conferenze e laboratori
per riflettere e confrontarsi su
cibo e svezzamento
maschile e femminile
come si forma il carattere
come comunicare con i bambini

Programma febbraio-maggio 2013

Iniziative gratuite
per informazioni, iscrizioni, prenotazioni
Silvana Bragante
tel. 340.4750482
silvana.bragante@gmail.com

Tutti a tavola in salute. Lo svezzamento emozionale nella coppia mamma – bambino.VEN 8 FEBBR ORE 17
PARCO COLONNETTI – CASA DEL PARCO VIA ARTOM

Il corpo parla: i “come”che formano il carattere del tuo bambino: l’educazione che passa attraverso il linguaggio non verbale.
MAR 12 FEBBR ORE 17.30
FABBRICA DELLE E – GRUPPO ABELE CORSO TRAPANI 91B

Dirlo senza parole, sapendo le parole per dirlo: la comunicazione con i bimbi (prima parte)
LUN 18 FEBBR ORE 17
CROCETTA – ISOLA PEDONALE EDUCATORIO DELLA PROVVIDENZA
CORSO TRENTO 13

Maschile e femminile. Di cosa parliamo quando parliamo d’amore. Stereotipi di genere nell’educazione. Laboratorio.1
SABATO 2 MARZO ORE 17
LIBRERIA LA TORRE DI ABELE VIA PIETRO MICCA 22

Dirlo senza parole, sapendo le parole per dirlo: la comunicazione con i bimbi (seconda parte)
LUN 4 MAR ORE 17
CROCETTA – ISOLA PEDONALE EDUCATORIO DELLA PROVVIDENZA
CORSO TRENTO 13

Dirlo senza parole, sapendo le parole per dirlo: la comunicazione tra mamma e papà.
LUN 18 MAR ORE 17
CROCETTA – ISOLA PEDONALE EDUCATORIO DELLA PROVVIDENZA
CORSO TRENTO 13

Maschile e femminile. Di cosa parliamo quando parliamo d’amore. Stereotipi di genere nell’educazione. Laboratorio. 2
SABATO 23 MARZO ORE 17
LIBRERIA LA TORRE DI ABELE VIA PIETRO MICCA 22

Tutti a tavola in salute. Le relazioni familiari a tavola
MER 8 MAG ORE 17
PARCO COLONNETTI – CASA DEL PARCO VIA ARTOM

i 7 livelli corporei

EVENTO in archivio

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I SETTE LIVELLI CORPOREI

Per tenersi in forma e conoscere meglio se stessi.

Ciclo di sette incontri a cadenza quindicinale

I livelli corporei sono simili ai chakras.

Esercizi integrati di bioenergetica, danzaterapia e vegetoterapia per osservare le tensioni presenti ai vari livelli corporei collegandosi ad un contesto emozionale e relazionale. Gli occhi: quanto ti vedo, quanto mi vedi . La bocca: avidità e nutrimento. Il collo: il no e la voce. Il cuore e il coraggio di agire. La pancia: accogliere ed essere accolto. Il bacino e le gambe e il diritto di sentire.

Silvana Bragante psicoterapeuta, analista della Società Italiana di Analisi Reichiana

www.associazione-lacicogna.it

www.analisi-reichiana.it

 

Piazza Vittorio Veneto 16 bis,Torino

ore 18.00-20.00

ven 18 gennaio

ven 1 febbraio

ven 15 febbraio

ven 1 marzo

ven 15 marzo

ven 5 aprile

ven 19 aprile

per informazioni e iscrizioni

Silvana Bragante tel.340.4750482

silvana.bragante@gmail.com

vegetoterapia

Fondatore della vegetoterapia

  • La vegetoterapia è una tecnica corporea elaborata da W. Reich che introduce il  corpo nella psicoterapia: esercizi fisici selezionati e sistematizzati evidenziano le tensioni nei sette livelli corporei e sono il punto di partenza per sviluppare una coscienza di sè che integra corpo mente affettività.

La vegetorerapia, terapia del sistema neurovegetativo, è stata inventata dallo psichiatra Wilhelm Reich.

W. Reich a soli 27 anni era considerato da Freud uno dei suoi più promettenti allievi e gli fu affidata nel 1924 la direzione dei seminari didattici di psicoanalisi.

Agli inizi degli anni ’30 sviluppò una nuova procedura che chiamò “Analisi del Carattere” da cui prende il titolo il suo libro fondamentale che costituisce ancor oggi un testo base per ogni psicoterapeuta. Reich definisce carattere un sistema organizzato, costituito dall’insieme delle difese narcisistiche, nel quale corpo, emozioni e funzioni cognitive sono strettamente intrecciati. Con l’analisi del carattere esaminò attentamente come si formava la personalità e soprattutto come si strutturavano le resistenze del paziente che spesso impediscono all’analista di procedere nella terapia.

Egli osservò con cura, non solo le comunicazioni verbali dei pazienti, ma anche i loro atteggiamenti e la postura, rendendosi conto che le difese si strutturano nel corpo stesso. Questa fu una vera rivoluzione, perché nella psicanalisi il corpo era quasi del tutto ignorato.

Sviluppando il suo pensiero e la pratica terapeutica, Reich scoprì che le emozioni si imprigionano nella muscolatura creando una corazza di contrazioni e di blocchi. Intervenendo sulle contrazioni muscolari, si favorisce l’abreazione. Reich perciò intervenne direttamente sul corpo, con una serie di actings atti a consentire al paziente di prendere contatto con le sue emozioni ed esprimerle liberamente.

Chiamò “Vegetoterapia” questo metodo: terapia del neuro-vegetativo.

Queste idee così rivoluzionarie per l’epoca, oggi fanno parte del bagaglio culturale della maggior parte delle psicoterapie; basti pensare a quanto si è diffusa nel mondo la Bioenergetica creata da Alexander Lowen che è stato allievo di Reich, di cui spesso parla nei suoi libri definendolo il suo maestro.

Nell’ultima fase della sua ricerca Reich chiamò il suo metodo Terapia Orgonica o Orgonoterapia (da energia orgonica) per cui i terapeuti formati da lui o dai suoi allievi che ha riconosciuto come analisti didatti, sono chiamati anche orgonoterapeuti.

Nel settembre 1992 fu fondata la S.I.A.R (Società Italiana di Analisi Reichiana), di cui è Presidente il dottor Genovino Ferri e di cui è stato fino alla sua morte Presidente Onorario Federico Navarro.

La S.I.A.R. portò avanti il discorso di un maggiore approfondimento e specializzazione nell’area clinica, approfondendo l’aspetto analitico della psicoterapia reichiana e fondando quindi l’analisi reichiana; tramite lo studio e la ricerca di Genovino Ferri ha elaborato un codice sistemico-diagnostico (G. Ferri e G. Cimini – Psicopatologia e Carattere – Anicia). Inoltre ha approfondito il pensiero funzionale di W. Reich tramite la ricerca del dott. Roberto Sassone, collocandosi nell’area della scienza olistica.

  • La dott.ssa Silvana Bragante lavora a Torino, fa parte della S.I.A.R. dal 1999, formatasi con i dott. Genovino Ferri e Roberto Sassone è analista didatta e docente nella scuola di specializzazione in psicoterapia della S.I.A.R.

Per la coppia di neogenitori: ritrovarsi dopo la nascita di un bebè

EVENTO in archivio

Le Dott.sse Elena Sanzovo e Silvana Bragante presentano:

RITROVARSI DOPO LA NASCITA DI UN BEBE’

Non più solo un uomo e una donna, ma una mamma e un papà. Diventare genitori unisce o divide la coppia?

Percorso di 10 incontri quindicinali per un gruppo di 6-7 coppie con figli da 3 a 24 mesi il venerdì ore 20-22

 

L’arrivo del primo figlio è un’esperienza sorprendente, ma è anche uno sconvolgimento enorme per l’equilibrio e le abitudini consolidate della coppia. Tempo, energie e sentimenti si concentrano esclusivamente sul neonato, mettendo a dura prova il benessere dei neo-genitori.

A volte il cambiamento si trasforma in una vera e propria crisi. Oggi molto più di ieri.

La coppia va tutelata, curata e nutrita come un bambino, con la consapevolezza che sta soltanto attraversando una fase di transizione. Mamma e papà possono imparare ad assumersi la responsabilità del piccolo senza perdersi di vista come compagni, anzi ritrovando un equilibrio migliore.

Il percorso prevede comunicazione e condivisione emotiva, lavoro corporeo centrato sull’ascolto e l’espressione di sé, meditazione e scrittura creativa.

7-21 dicembre 2012, 11-25 gennaio,  8-22 febbraio,  8-22 marzo,  5-19 aprile 2013

Studio Yoga Querella

Via Principi D’Acaja 22 – Torino

Dott.ssa Silvana Bragante, psicoterapeuta reichiana

Dott.ssa Elena Sanzovo, psicologa clinica

Mario Fatibene, maestro Zen e Presidente dell’Associazione Il Cerchio degli Uomini

Per informazioni e iscrizioni:

Tel. 3391382020 – 3404750482

Costo: € 270 a coppia per il percorso completo.

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